Durante
primi secondi della canzone, pensavo di stare ascoltando Billie Jean di Michael
Jackson. Dopo un po’ però le note suonate al piano mi hanno riportato alla
realtà, e rendono distinguibile uno dei capolavori della premiata ditta
Hall&Oates, I can’t go for that. In effetti però non avevo tutti i torti.
Dopo qualche anno fu lo stesso Jackson ad ammettere che per scrivere la sua
indimenticabile Billie Jean si ispirò proprio a questo brano. Un pezzo che
sicuramente è rimasto nella testa di molti americani, dato che negli anni ’80
ebbe un successo fenomenale, tanto da scalzare dalla prima posizione l’altra
“extraterrestre” della musica, Olivia Newton-John con la sua Physical. Il
cantante Daryl Hall e il musicista-produttore John Oates venivano da un
decennio di successi, e nel 1981 li legittimarono con l’album Private Eyes, e
questo singolo, come lo definirono loro per la prima volta nella storia, Rock
and Soul. Il pezzo arriva primo non solo negli Stati Uniti, ma in molte
classifiche europee, e addirittura entra in vetta nella R&B Chart, fino a
quel momento occupata solo da afroamericani. Secondo la loro ex casa
discografica, BMI, questo è uno dei pochi pezzi che sono stati passati
all’epoca oltre un milione di volte in radio. Ottiene anche il sesto posto
nella classifica delle 100 migliori canzoni degli anni ’80, e può vantare anche
decine di cover.
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