Neanche
la grande (artisticamente parlando) Kylie Minogue poteva esimersi dal forte
richiamo della dance elettronica degli anni ’80, e così all’inizio della sua
carriera, quando era poco più che una bambina, nell’album di esordio esce con
questa allegra I Should Be So Lucky, una canzone ritmata e che sin da allora,
nel video, puntava oltre che sulla sonorità, anche sulla presenza scenica di
quella che sarebbe diventata la cantante australiana più famosa al mondo. Già
l’album, chiamato semplicemente Kylie, fu un vero successone. Sulla scia
dell’inizio col botto, aiutato anche dalla sua carriera di attrice, l’album di
esordio vendette 7 milioni di copie, ed il secondo singolo estratto, I Should
Be So Lucky, scalò le classifiche di mezzo mondo nel 1988, arrivando primo
dall’Inghilterra al Giappone, fino alla classifica europea delle 100 migliori
canzoni. Solo negli Stati Uniti stenta un po’, raggiungendo la posizione numero
28 nella Billboard Hot 100, ma avrà il tempo per rifarsi. Nella sua terra
invece, l’Australia, diventa il singolo con il record di vendita dell’anno,
mica male per una esordiente. La stessa Minogue, dopo alcuni anni, ha spiegato
che i suoi collaboratori scrissero il pezzo in soli 40 minuti perché, mentre
lei arrivava a Londra per intraprendere la carriera artistica, loro si erano
dimenticati di farle trovar pronto il pezzo, e così furono costretti a buttar
giù qualcosa in fretta e furia poco prima che arrivasse. Tra le cover
riconosciute (almeno 5), troviamo anche un pezzo in lingua araba, uno in
giapponese, più alcune parodie della canzone. Inoltre il singolo fu usato anche
nel film del 1989 Cookie.
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