I Talk
Talk sono stati un gruppo musicale britannico di genere synthpop, New Wave e
New Romantic fondato da Mark David Hollis (cantante, chitarrista, pianista e
compositore, nato il 4 gennaio 1955 a Tottenham, Londra), rimasto in attività
dal 1981 al 1992.Il gruppo è noto al grande pubblico essenzialmente per
classici del synth-pop quali It's My Life e Such a Shame, pur sperimentando,
negli anni successivi al raggiungimento della notorietà altre sonorità,
mischiando elementi di musica jazz e classica, fino a diventare degli esponenti
del movimento post-rock. Successivamente
alla pubblicazione del singolo My Foolish Friend, i Talk Talk pubblicarono il
loro secondo album, It's My Life, scritto durante il 1983 uscito per la EMI nel
1984. L'omonimo singolo It's My Life e il successivo Such a Shame (ispirato al
libro The Dice Man di Luke Rhinehart, pseudonimo di George Cockcroft)
riscossero un successo inferiore alle aspettative in Gran Bretagna,[2] ma
consentirono al gruppo di entrare nelle classifiche degli Stati Uniti[3] e di
spopolare nell'Europa continentale.[4][5] In questo periodo il gruppo si
avvalse anche dell'aiuto di alcuni turnisti. Anche l'estetica del gruppo ebbe
una rilevanza, grazie ai video di Tim Pope, particolarmente noti in Italia, e
alle copertine disegnate da James Marsh.Dopo due anni di concerti e lavoro in
studio, venne pubblicato 1986 The Colour of Spring, il loro terzo album. Il
disco rappresentò l'inizio della trasformazione per il gruppo: conteneva
infatti sia elementi del pop elettronico dei primi due album, sia elementi del
rock-jazz dei lavori seguenti. La famiglia degli strumentisti si era allargata
e prendevano parte alle incisioni anche nomi prestigiosi: Steve Winwood
all'organo, David Rhodes alla chitarra, Morris Pert alle percussioni. I brani
più famosi tratti da questo disco furono Living in Another World, trascinata
dalla batteria di Harris e dall'organo di Winwood, e Life's What You Make It,
il primo singolo, che portò il gruppo come ospite al Festival di Sanremo 1986
in Italia. I brani April 5th e Chameleon Day spiccavano nell'intero disco a
causa della contaminazione jazz che li contraddistingueva. Hollis in
quell'occasione cantava con un filo di voce, da crooner estemporaneo,
totalmente estraneo agli stilemi dell'epoca.Il disco risultò essere il più
venduto del gruppo, promosso anche da un grosso tour finanziato dalla loro
etichetta discografica, la EMI
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